“L’arte è stata la mia prima casa, la mia prima meditazione e il mio primo amore! Ho viaggiato lungo le tele da quando ero bambina e non le ho mai abbandonate. L’arte è stata la mia prima religione ma a quel tempo non lo sapevo.
L’arte era uno strumento di espressione poiché avevo alcune difficoltà nell’esprimermi in modo convenzionale. Ero una bambina diversa e sono ancora una persona piuttosto non convenzionale. Sono studente e praticante buddista e finalmente nei miei 30 anni ho realizzato l’essenzialità dell’arte per la mia crescita personale e spirituale.

le opere informali:
Dipingo cercando l’autenticità, abbattendo i filtri del pensiero concettuale, raggiungendo la purezza, al di là di ogni regola estetica formale, al di là della proliferazione e del chiacchiericcio mentale convenzionale. Corpo e mente che riflettono in ogni dipinto. Dipingere con gesti forti, ballare su tutta la tela mentre canto oppure in ascolto dei sutra, o in ascolto del silenzio.
Queste sono il risultato di una meditazione espressiva.

Il formale.
Il lavoro concettuale si muove in parallelo, scrivendo tutte le mie intuizioni tratte delle meditazioni sedute, per aiutarmi nella vita quotidiana a combattere i miei demoni di rabbia, delusione e così via. Tutte le opere concettuali sono messaggi di speranza per ricordarci la perfezione di ogni singolo momento. Per ammorbidirsi e amarsi di più.
Queste sono il risultato delle meditazioni formali (sedute)”